Le fiabe di Andersen, Hans Christian Andersen (1805 - 1875)

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Valexcrash
view post Posted on 2/4/2010, 14:06




Proprio oggi ricorre il 205° anniversario della sua nascita, quindi mi va di ricordare con voi il suo fantastico lavoro. Chi non ha mai letto, o almeno sentito parlare delle famose fiabe di Andersen?

Scrittore danese, famoso per le sue favole solo apparentemente destinate al pubblico dei più piccoli e rivolte, invece, anche agli adulti. La sua produzione è caratterizzata da una scrittura colloquiale e apparentemente ingenua, che vela i sofisticati insegnamenti morali delle sue favole.
Molti dei suoi racconti descrivono personaggi che trovano la felicitá dopo essere passati attraverso sofferenze e conflitti, come Il Brutto Anatroccolo e La Sirenetta, due tra le opere più famose dello scrittore. Ebbe successo anche come romanziere e commediografo.
La fama di Andersen è dovuta principalmente alle sue Favole e Storie, scritte tra il 1835 ed il 1872. Favole, narrate per bambini apparve in un piccolo libretto a buon mercato nel 1835. In questa e nelle collezioni successive, pubblicate ogni Natale, Andersen aveva iniziato ispirandosi alle storie che aveva sentito da bambino ma traendone racconti originali. Il terzo volume, pubblicato nel 1837, conteneva La Sirenetta e I vestiti nuovi dell'Imperatore. Tra le altre favole più note di Andersen troviamo Il brutto anatroccolo, Piccolo Claus e Grande Claus, La Principessa sul pisello, La Regina delle Nevi, L'usignolo e Il soldatino di latta.
Con i suoi lavori, ispirati alla grande tradizione delle Mille e una Notte da una parte ed ai Racconti del Focolare dei Fratelli Grimm dall'altra, divenne definitivamente noto come il padre della favola moderna.
L'identificazione di Andersen con gli emarginati e i meno fortunati rendeva le sue favole particolarmente avvincenti. Alcune delle sue storie rivelavano un'ottica più che ottimista nel trionfo del bene, come La Regina delle Nevi e Il brutto anatroccolo, ed altre mancavano di lieto fine, come La piccola fiammiferaia.
Con La Sirenetta, una delle opere più note dello scrittore, Andersen esprime il desiderio di una vita normale, che lui non aveva mai avuto la possibilità di vivere. Nella favola la più giovane di sei principesse/sirene desidera ardentemente visitare la terraferma, nonostante fosse vietato agli abitanti degli abissi. Ma la realizzazione del suo desiderio diviene, alla fine, causa di grande dolore:

Le favole di Andersen furono tradotte in tutta Europa, con ben quattro edizioni pubblicate in Inghilterra solo nel 1846. I suoi lavori influezarono, tra gli altri, Charles Dickens (A Christmas carol in prose, The Chimes, The cricket on the hearth The haunted man and the ghost's bargain), Willam Thackeray e Oscar Wilde (The happy Prince, The nightingale and the rose, The fisherman and his soul), C.S. Lewis, Isak Dinesen, P.O. Enquist, la cui commedia, Rainsnakes, era incentrata su Andersen, Cees Noteboom, e molti altri scrittori. Elias Bredsdorf lamentò nel suo libro Hans Christian Andersen: The story of his life and work (1975), che le favole di Andersen erano state edulcorate e travisate dai traduttori britannici dell'epoca vittoriana.


Per ulteriori notizie, leggete qui .
 
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view post Posted on 2/4/2010, 16:42
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Concordo con l'ultima frase.
Se si leggono le versioni originali e non quelle "ricreate" dai favolisti moderni (tra i quali comprendo anche Disney & co), sembra di leggere storie diverse.

Purtroppo lo stesso discorso vale per tutti i favolisti celebri del passto.
 
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Valexcrash
view post Posted on 2/4/2010, 16:54




Infatti. Ma questo perchè molte delle favole di Andersen avevano come tema il disagio, anche la morte, e la Disney, producendo cartoni per bambini, ha preferito addolcire il tutto con un bel lieto fine.
Ricordo come ci rimasi male quando lessi la favola della sirenetta e scoprii che non si sposava col principe ma "moriva" trasformandosi in spuma del mare. Però c'è da dire che ero piccola e che ad una lettura più attenta che potrei fare ora che sono cresciuta, troverei molti spunti di riflessione e molti significati "altri" rispetto a quello letterale.
 
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view post Posted on 2/4/2010, 18:24
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In realtà una volta lo scopo delle favole era preparare il bambino al mondo "brutto e cattivo".
Non fidarsi degli sconosciuti, non farsi fregare essendo troppo disponibili, imparare a sopravvivere... cose che adesso finiscono davanti al Moige perché traumatizzanti per i bambini (o per le mamme?).
 
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Valexcrash
view post Posted on 2/4/2010, 18:58




Mi sa che col tempo siamo diventati troppo moralisti e troppo protettivi nei confronti dei bambini. Mi riferisco ad esempio a quel programma inglese per bambini, non so se vi ricordate, condotto da una ragazza che mi sembra non avesse un braccio, e fu bloccato perchè "turbava i bambini". Ma quindi questi bambini non vedranno mai le cose brutte che possono esserci? Io sono del parere che non si può trattare un bambino sempre così, perchè si convincerà sempre più di vivere in un mondo in cui tutti sono buoni e gentili, e il suo impatto con la realtà sarà molto più duro di come sarebbe stato se il trattamento riservatogli fosse stato diverso. Sempre nei limiti ovviamente!
 
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4 replies since 2/4/2010, 14:06   166 views
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