Confusione: feltro - peltro - veltro - velcro

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Valexcrash
view post Posted on 30/7/2010, 16:58




Io ho sempre avuto qualche difficoltà con queste quattro parole, perchè sono molto simili e spesso le confondo.
Posto qui le definizioni di modo che possano essere utili a chi avesse il mio stesso problema.

FELTRO Stoffa realizzata in pelo animale (solitamente lana cardata di pecora, ma si possono utilizzare altri tipi di pelo: coniglio, lepre, castoro, lontra ecc). Non è un tessuto ma viene prodotto con l'infeltrimento delle fibbre. Si caratterizza anche per essere caldo, leggero, ed impermeabile. (Diciamo quelle che si usano per fare quei carinissimi articoli da regalo: spillette, copertine per quaderni, pupazzini ecc)
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PELTRO Lega composta principalmente di stagno (95%), con l'aggiunta di altri metalli (rame, piombo e antimonio). Anticamente conteneva argento e piombo. Oggi il piombo è stato bandito per la tossicità e il peltro attuale contiene, oltre allo stagno, antimonio e rame in proporzioni variabili. È impiegato per creare oggetti artistici, monili, trofei, vassoi, piatti, e altro ancora.
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VELTRO Il temine veltro nell'italiano medievale indicava un cane da caccia addestrato e veloce, identificato con il levriero o comunque simile a questo.Esso è sostanzialmente caduto in disuso, ma viene ricordato per via di una famosa profezia che Dante pone all'inizio della Divina Commedia, nei versi 100-111 del I Canto dell'Inferno, in cui Virgilio, riferendosi alla lupa che rappresenta la cupidigia, afferma che
« Molti son li animali a cui s'ammoglia

e più saranno ancora, infin che'l veltro
verrà, che la farà morir con doglia.
Questi non ciberà terra né peltro,
ma sapïenza, amore e virtute,
e sua nazion sarà tra feltro e feltro.
Di quella umile Italia fia salute
per cui morì la vergine Cammilla,
Eurialo e Turno e Niso di ferute.
Questi la caccerà per ogne villa
fin che l'avrà rimessa ne lo 'nferno

là ove 'nvidia prima dipartilla. »
(Inf. I, 101-111)
(Da questi versi deriva anche la mia confusione)

VELCRO Velcro è il nome di una azienda che produce un metodo di chiusura inventato da Georges de Mestral agli inizi degli anni 1950. Il relativo brevetto risale al 1955. L'idea gli venne di ritorno da un passeggiata in campagna. Arrivato a casa si accorse di avere dei minuscoli fiori rossi (fiori di bardana) attaccati alla giacca. Colto dalla curiosità, li analizzò al microscopio e scoprì che erano fiori che sul calice avevano degli uncini, il quale permettevano la loro diffusione incastrandosi ovunque, anche nelle anse formate dai peli del tessuto della giacca.
La parola "Velcro" è un nome commerciale ed è un acronimo che deve la sua origine alle iniziali di VELours (velluto) e CROchet (gancio).
Il velcro, prodotto in nylon, è costituito da due parti differenti:
-una striscia di tessuto peloso, chiamata asola (loop) simile ad un velluto non tagliato o ad una spugna, con un fondo rigido da cui spuntano gli anelli del pelo.
-una striscia di tessuto con uncini, chiamata uncino (hook) dal fondo rigido spuntano dei piccoli uncini flessibili in materiale duro.
Le due strisce vengono cucite o incollate sui due lati da chiudere e quando vengono messe a contatto la parte con uncini si aggancia saldamente alla parte pelosa; per riaprire bisogna applicare una certa forza per staccarle una dall'altra. Quando la parte a uncini si sporca, raccogliendo pelucchi e fibre, il velcro perde aderenza e bisogna rimuovere i pelucchi perché torni alle capacità adesive iniziali.
Le caratteristiche del velcro, fanno si che possa aprirsi facilmente ma, al tempo stesso, rimanere ben chiuso quando è necessario.
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